we dance to all the wrong songs

Londra segue Parigi. In arrivo disconnessioni per chi scarica liberamente.

Posted: Agosto 28th, 2009 | Author: | Filed under: news | Commenti disabilitati su Londra segue Parigi. In arrivo disconnessioni per chi scarica liberamente.

In attesa di sapere che cosa salterà in mente di fare al Comitato Antipirateria, arrivano pessime news dal Regno Unito: a quanto pare si sono messi a scopiazzare Sarkozy e i suoi deliri sulle disconnessioni forzate! Alla faccia del governo laburista…

DOWNLOADING
Giro di vite di Downing Street
“Niente internet per i pirati”
Il governo britannico adotterà misure assai rigorose per arginare il fenomeno del “file sharing” con sanzioni che prevedono il taglio della connessione a banda larga per chi insiste nel reato dal nostro inviato
CRISTINA NADOTTI

LONDRA – Che la nuova legge britannica avrebbe dato un giro di vite al web si sapeva, ma il Guardian anticipa oggi una misura che, se approvata, sarà un precedente inquietante. Oggi il governo Brown presenterà il nuovo disegno di legge per arginare il downloading illegale, che conterrebbe la sanzione del “taglio della connessione a banda larga” per chi persisterà nello scaricare file.

Il governo britannico è intenzionato ad accelerare le procedure contro il file sharing, pur se la discussione nel Paese nell’ultimo periodo ha mostrato che l’opinione pubblica si oppone ai suoi piani. In realtà era stato un rapporto stilato all’interno dello stesso governo, il Digital Report, ad indicare lo scorso giugno che la severità dell’esecutivo era eccessiva e a proporre misure meno drastiche.

Tra queste, un primo avviso a chi eccedeva nel file sharing mediante una lettera, per informare gli utenti che le loro attività possono portare a una azione legale. Solo in seguito, suggeriva il rapporto, e se il downloading illegale non si fosse ridotto del 70 per cento, si sarebbe potuto pensare a misure tecniche per combattere la pirateria iinformatica.

Sarebbero quindi entrate in gioco le aziende quali British Telecom, autorizzate a rallentare le connessioni dei downloaders più incalliti. Nella proposta di oggi, invece, subito dopo le lettere verrebbe il taglio alla connessione, sebbene sarebbero garantite le condizioni per poter accedere a servizio pubblici di base su Internet.

A far sperare gli utenti britannici c’è il precedente francese, dove una legge simile è già stata rigettata come incostituzionale e nel Regno Unito le associazioni di tutela della privacy hanno già annunciato azione legale, sostenendo che un simile provvedimento, se approvato, sarebbe in contrasto con i diritti umani fondamentali.

La mossa a sorpresa del governo ha riacceso le polemiche sul presunto accordo tra il ministro dell’Industria Mandelson e le grandi compagnie cinematografiche e musicali. Il ministro è stato accusato di aver fatto un patto segreto con David Geffen, uno dei fondatori della DreamWorks con Spielberg, durante un incontro nella villa di Corfù.

La residenza estiva di Mandelson sembra diventata il fulcro di ogni affare sottobanco in Gran Bretagna, visto che Mandelson viene anche accusato di aver discusso nella stessa villa con il figlio di Gheddafi, Islam, degli accordi commerciali sottesi alla liberazione dell’attentatore di Lockerbie.

L’orientamento del governo britannico è comunque soltanto l’ultima dimostrazione della guerra dichiarata dai governi europei alla pirateria, che vede opposti da un lato i sostenitori della totale libertà del file sharing e dall’altra le case discografiche e cinematografiche impegnate a difendere i loro profitti. In mezzo si trovano, soprattutto in campo musicale e letterario, gli artisti, che chiedono un sistema per proteggere la proprietà intellettuale, ma, in ampio numero, riconoscono anche il carattere libertario della rete.

Il problema maggiore è che le leggi contro la pirateria vengono spesso ideate e discusse da chi non ha in mente la vivacità delle creazioni artistiche e la necessità di garantire a compositori e scrittori un compenso per le loro idee originali, ma soltanto gli interessi degli industriali.

(25 agosto 2009)

fonte la Repubblica


Comments are closed.