Perchè abbiamo sospeso le serate al TerraTerra
Posted: Aprile 11th, 2008 | Author: getupkids | Filed under: serate live | Commenti disabilitati su Perchè abbiamo sospeso le serate al TerraTerracomunicato nostro e del CSOA TerraTerra, aperto a tutte le realtà di movimento che si vogliono interrogare su cosa sono e cosa devono essere i centri sociali occupati e autogestiti…
Perchè abbiamo sospeso le serate al TerraTerra
Abbiamo sospeso la programmazione dei concerti al C.S.O.A. TerraTerra per ragionare e confrontarci su come tentare di invertire la tendenza che vede i posti occupati ridotti a spazi dove sfogare o dimenticare le proprie frustrazioni; un luogo di lotta dovrebbe rimanere sempre tale.
Vogliamo cercare di cambiare le cose perché la possibilità di autofinanziare le nostre lotte non cammini su un binario separato dal nostro agire politico, perché secondo noi anche divertirsi può significare fare cultura in senso alternativo e antagonista, se le logiche di questo stare insieme non ricalcano pedissequamente quelle dominanti.
Giovedì 21 Marzo abbiamo organizzato un concerto per finanziare la campagna di boicottaggio del salone del libro di Torino. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Visto che secondo noi non si deve seguire la logica per la quale i panni sporchi si lavano in famiglia vogliamo raccontarvi cosa è successo: durante la serata ci sono stati vari episodi (che per di più hanno visto coinvolte persone vicine al centro sociale e al movimento) che devono essere pubblicamente denunciati, affinché all’interno del movimento si avvii un’ampia e non sterile discussione in merito.
Giovedì c’era chi cercava disperatamente la rissa, chi vandalizzava il centro sociale (seguendo la logica per la quale in un posto occupato “tutto è permesso”), chi ha messo le mani addosso ad una compagna sotto gli sguardi divertiti e incuriositi di alcuni dei presenti, chi aveva abusato di alcol, chi era sotto l’effetto di droghe pesanti (per noi non esiste alcun uso “consapevole”, da sempre il capitale si è preoccupato di creare utili dipendenze, che addormentassero la nostra coscienza critica, la nostra voglia e possibilità di lottare).
Noi non crediamo che un centro sociale sia un’isola felice, una camera sterile dalla quale restino fuori le contraddizioni e le brutture della nostra società. Pensiamo tuttavia che, proprio perché la nostra prospettiva è quella di costruire una società in cui non ci sia spazio per la violenza, per l’ottundimento delle nostre capacità di ragionare e combattere, per la sopraffazione e il disprezzo dell’altro, sia necessario lottare perché queste condizioni non si presentino, in primo luogo, proprio a “casa nostra”, all’interno di quegli spazi che (sebbene non possano definirsi “liberati”) dovrebbero essere animati da altre dinamiche.
Spesso ci è stato risposto che queste sono cose che capitano, che non dobbiamo “scandalizzarci”: ma noi non vogliamo farci l’abitudine, vogliamo lottare perché non capitino. Speriamo che a questa riflessione vogliano contribuire tutti i compagni, i musicisti, le persone che frequentano le nostre serate.