we dance to all the wrong songs

autoproduci la tua musica, mantieni la tua indipendenza

Posted: Gennaio 18th, 2007 | Author: | Filed under: materiali | Commenti disabilitati su autoproduci la tua musica, mantieni la tua indipendenza

Quasi trent’anni fa, al grido di “do it to yourself!”, il punk inaugurò una delle pratiche più feconde della musica contemporanea: l’autoproduzione. Un modo di composizione, diffusione ed interpretazione delle proprie creazioni che, recuperando le radici ribelli e anticonformiste del rock’n’roll, rifiutava le logiche delle grandi multinazionali del disco, e finiva per mettere in questione tutto il sistema di produzione artistica. Da qui si spingeva oltre, verso una critica della società attuale che si saldava con le lotte sociali di fine anni ’70. Nel 2006 molte cose sono cambiate, e non tutte per il meglio.

 Se da un lato la continua innovazione tecnologica ha permesso a sempre più persone di accedere all’autoproduzione, dall’altro si è fatto strada un totale disimpegno rispetto ai suoi principi ed al suo significato. Prodursi un disco e distribuirlo tramite un’etichetta “indipendente” sembra essere diventato nient’altro che il primo passo verso un illusorio “successo”, da perseguire sempre e comunque, acriticamente e al prezzo di qualunque compromesso.

E non solo: spesso le labels “indipendenti” – quando non organizzano vere e proprie truffe ai danni dei gruppi – riproducono su scala minore gli stessi comportamenti delle majors, controllando i contenuti, decidendo come veicolarli, stabilendo i prezzi dei cd. 

Fortunatamente, sviluppo e diffusione di tecniche e conoscenze implicano anche l’aprirsi di nuove falle nell’attuale mercato discografico, basato sul profitto e sul copyright: ogni giorno milioni di persone tramite la rete mettono in condivisione la loro musica, al di là dei divieti e delle repressioni, mentre le licenze alternative per tutelare le opere d’ingegno sono delle realtà sempre più efficaci.

È adesso e in questo contesto che la “vecchia” autoproduzione deve riacquistare quella carica eversiva che sembrava essere stata assorbita pian piano dalla malleabilità dei meccanismi del mercato. Attraverso le nuove modalità di creazione e di circolazione della musica, nella pratica quotidiana di ogni giorno, dobbiamo cercare di recuperarne il suo potenziale comunicativo ed emancipativo, proponendola così come il primo, irrinunciabile momento di un processo di condivisione dell’opera, di un’opera che sia davvero alla portata di tutti, al di là di ogni sbarramento cognitivo e di classe.


Comments are closed.