we dance to all the wrong songs

l’arte italiana scompare dalla rete

Posted: Gennaio 9th, 2008 | Author: | Filed under: news | Commenti disabilitati su l’arte italiana scompare dalla rete

a proposito della recente sparizione delle opere d’arte italiane dalla rete – in nome della protezione del diritto d’autore! – inoltriamo due articoli recentemente scomparsi. ovviamente ci accodiamo a tutte le critiche mosse a questo provvedimento quanto meno astuto del governo italiano. persino da un punto di vista liberale, che purtroppo e’ un po’ il punto di vista diffuso dei commenti che si trovano per la rete, si potrebbe addirittura dire che ‘sti fessi non sanno manco gestire l’Impresa Italia: in tutti i corsi aziendali si insegna che bisogna dare una preview del prodotto per suscitare interesse, altrimenti la propria visibilità sul mercato vien meno… eh, quando il capitalismo è rivoluzionario: questi qui ragionano come i vecchi signori feudali: teniamoci il quadro sotto chiave… ma ovviamente non è questo il nostro punto di vista: ce ne sbatte un po’ dello sfruttamento economico dell’arte italiana a fini turistici. ci interessa piuttosto ribadire che l’arte e la cultura devono essere a disposizione di tutti, perchè sono uno stimolo all’intelligenza ed allo sviluppo di coscienze critiche. dunque musei gratuiti, almeno per studenti e disoccupati, reperibilità assoluta dei materiali sulla rete, no al prestito a pagamento nelle biblioteche, diritto di scaricare, copiare, diffondere senza scopo di lucro! ed ovviamente università gratuita e di massa, aumento dei servizi e delle borse di studio, no alle contro-riforme della pubblica istruzione… 
siamo nel falso se notiamo che ancora una volta il diritto d’autore è la leva giuridica per imporre politiche d’esclusione? siamo nel falso se lottiamo perché "anche l’operaio abbia il figlio dottore"?
seguono gli articoli. a presto per altri aggiornamenti…

1. da Punto Informatico:

Roma – Pochi giorni fa il Ministro Rutelli ha annunciato il rientro nel nostro territorio di opere d’arte italiane trafugate e portate illegalmente all’estero. Dal 21 dicembre al 2 marzo, sessantotto manufatti d’epoca romana, greco-romana ed etrusca, avranno temporaneamente casa in una mostra al Quirinale, di ritorno dalle teche di prestigiosi musei e gallerie di tutto il mondo (tra i quali il Metropolitan di New York), per poi trovare collocazione nei più importanti musei della penisola.

L’intellighenzia italiana, con in prima fila il ministro Rutelli, si è felicitata e congratulata per quello che rappresenta indubbiamente un notevole successo per i beni culturali nostrani.

Queste opere però – e non solo queste – sono condannate da una misconosciuta legge italiana ad un limbo burocratico dal quale sarà ben difficile tirarle fuori, e che rischia di consegnarle all’oblio più completo. Il "Codice dei beni culturali e del paesaggio" (che chiameremo Codice Urbani, dal nome del suo ispiratore), regola tutte le opere gestite da enti pubblici italiani, e sta creando non pochi problemi alla loro promozione nel mondo. Tale codice prevede il divieto assoluto di fotografare le opere in mancanza di un’autorizzazione dell’ente che le gestisce (museo, comune, ministero…). Per lo stesso motivo è vietata anche la riproduzione su internet.

Nel silenzio generale dei media, sotto la scure del Codice Urbani sono già passate l’Annunciazione di Leonardo, la Venere di Botticelli, il Bacco di Caravaggio ed altre notissime opere di Raffaello, Tiziano e Rembrandt: tutte scomparse dalla maggiore enciclopedia online del mondo. Ma non è tutto: altre decine e decine di fotografie di opere notissime stanno scomparendo proprio in questi giorni a causa della suddetta legge. E con loro, chissà quante altre nel silenzio di siti più piccoli spersi per la Rete.

Anche le opere appena recuperate rischiano la stessa sorte, con la tutto sommato piccola aggravante che il tempo per fotografarle è pure più ristretto. I reperti, infatti, dopo il breve periodo di permanenza al Quirinale, partiranno per le loro collocazioni definitive in musei e gallerie italiane. A chi volesse fotografarli per inviarne la foto alla nonna che vive in Svizzera, non resta che appostarsi davanti al Quirinale per intercettarli durante il loro ultimo viaggio verso la galera burocratica dei musei italiani (sempre che, com’è ovvio che sia, non siano già ora in gestione a un ente pubblico).

Il governo, interrogato sulla questione, ha recentemente confermato ufficialmente il ruolo e i poteri operativi di questa legge. Nella stessa dichiarazione, il sottosegretario ai beni culturali Andrea Marcucci ha chiarito incontrovertibilmente che anche la "Libertà di panorama" in Italia non esiste.

Riassumendo: non solo non è possibile fotografare le moderne opere architettoniche pubbliche, non è nemmeno possibile fotografare quadri e sculture di qualsiasi epoca presenti nel territorio italiano.

In una società sempre più pervasa dalla tecnologia e dall’immediatezza di comunicazione, dove la maggioranza delle informazioni viene acquisita online, l’Italia si chiude dietro a leggi burocratiche e farraginose che stanno facendo scomparire tutta la sua arte dal Web: coi danni che questo comporterà nel breve ma soprattutto nel lungo termine.

E ora c’è già chi pensa che le opere trafugate stessero molto meglio nei musei che, fino ad oggi, le hanno esposte molto più liberamente.

Luca Spinelli
luca.spinelli@deandreis.it

2. dal blog di guido scorza

Il furto della cultura digitale…Ultimo atto.

Ho aspettato sino ad oggi a postare sperando che l’anno nuovo potesse iniziare con una buona notizia ma, sfortunatamente, non è stato possibile….

Cominciamo male…molto male.

Nella notte tra il 21 ed il 22 dicembre, mentre gli italiani stappavano le prime bottiglie di spumante e tagliavano i primi panettoni qualcuno lavorava per loro…o meglio contro di loro!

Un manipolo di coriacei senatori membri della VII Commissione permanente (Istruzione pubblica e beni culturali) decidevano di incontrarsi in Senato per scambiarsi gli auguri, fare un prezioso regalo alla SIAE trasformandola con un colpo di bacchetta magica in principessa degli enti pubblici economici italiani e, ad un tempo, portare a termine l’operazione "Furto di cultura" della quale abbiamo già ampiamente discusso sulle pagine di questo blog…

Sono bastati pochi minuti – il tutto si è consumato tra le 20.30 e le 20.50 come puntualmente annotato sui verbali della seduta – per approvare la modifica-capolavoro all’art. 70 della Legge sul diritto d’autore inserendovi un ormai arcinoto secondo comma secondo il quale:

«1-bis. E’ consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro per i beni e le attivita` culturali, sentiti il Ministro della pubblica istruzione e il Ministro dell’università e della ricerca, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presente comma».

Una seduta notturna e prenatalizia…il momento migliore per compiere un furto di un bene di inestimabile valore come la cultura digitale in danno del popolo della Rete.

A più tardi per qualche primo approfondimento. Per ora, l’importante, è il passaparola in modo che, almeno, gli autori del crimine si sentano osservati e facciano fatica a raccontare di averlo fatto – così come sarebbe nel loro mandato parlamentare – per il bene del Paese.

Che non abbiano capito o che abbiano consapevolmente voluto favorire i titolari dei diritti…cambia poco…ciò che conta e che hanno contribuito a trafugare il più prezioso dei tesori d’Italia e che con 85 parole abbiano oscurato per sempre la cultura digitale.

Grazie Onorevoli! 


Comments are closed.