we dance to all the wrong songs

un commento e una risposta

Posted: Gennaio 29th, 2008 | Author: | Filed under: news | Commenti disabilitati su un commento e una risposta

fermo restando che non siamo pennivendoli borghesi con il loro angolino delle lettere, pubblichiamo qui sotto un commento che ci è arrivato a proposito di questo articolo su you tube da noi ripubblicato. purtroppo l’antispam non ci permise di notarlo subito, e quindi un par di settimane son passate dalla nostra risposta, ma ci sembra ad ogni modo importante come occasione per puntualizzare due o tre cosette, visto che ci troviamo spesso alle prese con obiezioni del genere… il fatto è che quelli cattivi (tipo MPAA, FIMI, SIAE) si sa che son cattivi e allora. ma a uno che ti dice ste cose che gli vuoi dire? ti si stringe il cuore! ah, ce lo dovevano dire a noi che la lotta per il socialismo era così difficile, ce ne stavamo a coltivare il nostro orto, così carino, pieno dei veleni dellle industrie acerrane… (ovviamente si scherza, eh)


>> Accidenti, secondo me questo articolo è prepotentemente pessimista; ma prima di giudicare l’hai provato? Guadagnare 200 dollari al mese in Italia non sarà tanto, ma in India magari ci campi e se abitassi lì giuro smetterei di andare a fare l’operaio e lavorerei SOLO con ad-sense o programmi similari. Va bene, Ti sfruttano ma la rete è ancora ‘democracy’, infatti è uno dei pochi posti dove vige realmente la FREE ECONOMY. Chi più ne ha più ne metta. Anzi, questo blog mi sembra molto bello ed è un peccato non sfruttarlo. Sono sicuro che se provi cambi d’opinione. Ciao e buona fortuna

Caro amico,
scusaci se ti rispondiamo solo ora: purtroppo l’opzione antispam dei commenti ti aveva cestinato, e solo in extremis siamo riusciti a recuperare il commento. Ora, perdonaci il tono un po’ franco, ma e’ meglio chiarsi sul alcuni punti generali. E’ in fondo l’occasione per parlare di certe cose che sono troppo spesso date per ovvie.

Grazie per i complimenti al blog, ma non sappiamo in cosa ti piaccia, visto che rispetto a queste tematiche abbiamo evidentemente tutt’altra impostazione, che puoi ritrovare un po’ in ogni post. Quanto al pessimismo di cui ci "accusi", noi riportavamo solo l’articolo uscito su Punto Informatico (notoriamente una rivista di esperti del settore), che non era certo meno pessimista dei nostri piccoli commenti a margine.
E’ infatti dimostrato da svariate ricerche che NON si guadagnano 200$ al mese con youtube. Quindi stai parlando di qualcosa che non esiste, e come appunto dicevamo, rientra nella propaganda di youtube e delle altre "piattaforme sociali". Ok, facciamo che tu sei il fortunato che ci riesce, noi ci fidiamo sempre, eh! Ma sai com’e’: sui casi singoli non si fanno regole.

Per venire poi ad altri passaggi del tuo breve ma denso commento, ne approfittiamo per dire: 

1. La proposta risolvere i problemi del cosidetto terzomondo attraverso internet risulta insostenibile anche per il WTO e per il FMI: nemmeno loro hanno il coraggio di dire una cosa del genere (non che a volte non ci abbiano provato, eh)! E questo semplicemente perche’ internet non e’ un’attivita’ produttiva in sé, ovvero non ci fai la pasta e la manzotin che forse mangi, e nemmeno le sedie e i tavoli su cui ti siedi e scrivi. Internet è un media i cui proventi derivano dalla circolazione di capitale legato a contenuti "immateriali", di cui non a caso le societa’ capitaliste avanzate detengono il monopolio. Non è poi tanto strano che nella divisione mondiale del lavoro al "Terzo Mondo" non siano spettati i computer, ma la catena di montaggio! 
Vabbé, facciamo una prova: diamogli un bel computer a tutti quanti e facciamogli mettere su youtube i video dei matrimoni indiani, o delle feste ruandesi. Poi vediamo quanto incassano e vediamo se decresce in quei paesi il tasso di mortalita’ infantile… Per favore, un pò di rispetto: se non per noi che siamo grandi, e ci vorremmo risparmiare le favole, almeno nei confronti dell’intelligenza degli ingegnieri indiani che nonostante le sette lauree per uno non riescono a fare soldi con youtube…  

2. "Free economy" non e’ una categoria scientifica di nessun tipo. Anzi, è una vera e propria contraddizione in termini, visto che non c’e’ niente di libero nell’economia, ne’ dal punto di vista di Murdoch, ne’ dal punto di vista di chi lavora per lui (altrimenti ritorniamo a prima ancora di Adam Smith, ed allora dovresti dirmi che la ricchezza è nella quantità di grano posseduta…)

3. La "democracy" in rete si commenta da sola: senza parlare delle vere e proprie forme di censura (non solo della Cina o della Tunisia, ma anche del nostro "democratico" Occidente), tu sai che la rete e’ composta da pacchi e pacchi di siti porno, che – guarda un po’ – sono anche i piu’ visitati? e lo sai il resto dei siti piu’ bazzicati sono quelli delle grandi multinazionali, delle aziende della telefonia, e dei grossi media? Non pare essere proprio l’Atene di Solone, dove la gente usciva a passeggiare e parlare liberamente di filosofia (ah, ma loro furbi! avevano gli schiavi!)…
Insomma, l’utopia di una rete democratica e’ invalidata nei fatti da una sperequazione delle risorse, e da un interesse suscitato ad arte dalla pubblicità e dall’ideologia. Per non parlare poi dell’ "e-democracy": si discute, si discute, poi le decisioni vengono prese in base agli interessi economici di potentati locali, alle consuete magagne dei politici – sia a livello locale (le varie municipalita’), sia a livello nazionale (vedi varie modifiche alla legge sul diritto d’autore, praticamente traduzioni delle volontà di Confindustria…) 

Per il resto, del blog non facciamo sicuramente il miglior uso, ma di certo non intendiamo "sfruttarlo" dal punto di vista economico (oppure no? Tanto dopo che hanno quotato in borsa le azioni della Parmalat pare si possa fare un po’ tutto, no?). Per fartela breve, emerge dalle tue stesse parole quanto tu sia influenzato dal linguaggio e dal modo di pensare dominanti. Sarebbe il caso di mettere un attimo in questione tutto cio’, o no? Altrimenti se sei contento così – e questo al momento pare evidente – naturale che troverai pessimista chiunque parli contro la realta’ attuale…

Detto cio’, per noi "bisogna opporre al pessimismo dell’intelligenza l’ottimismo della volonta’ " (Gramsci). Cioe’ essere coscienti di come vanno le cose fino alla visione più nera, ma lottare concretamente per cambiarle, perchè cambiano, oh se cambiano.
Tanti saluti, e buona fortuna a te, ce ne vorrà: nel mondo della free economy non stai mai tranquillo…

Collettivo Get Up Kids!


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